Recensire un disco come "Exodus"
non è affatto cosa semplice. Le motivazioni sono diverse ma esaminiamole con
ordine in parallelo alla presentazione del disco. "Exodus" è il debutto dei Waken Eyes, progetto partorito dalla mente di
Tom Frelek, chitarrista canadese con all'attivo un demo con la prog band Third
Dynasty. Una volta scritti i brani il chitarrista-compositore è riuscito a
coinvolgere nella registrazione del disco una line-up di primordine, parliamo
in primo luogo del cantante svedese Henrik Bath, noto ai più per la sua
militanza nei Darkwater e per il passato con gli Harmony. Ma
soprattutto parliamo della partecipazione di Mike Lepond al basso (Symphony-X)
e Marco Minneman alla batteria, quest'ultimo uno dei più grandi nomi legati
alla mondo delle drums.
Il primo motivo per cui non è facile recensire un
disco come questo risale nel fatto che con una line-up così le aspettative sono
molto alte e non è facile accostarsi a un ascolto con i piedi per terra (molto
più facile invece idealizzare il contenuto per poi rimanere delusi). La
conseguente difficoltà deriva dal fatto che la presenza di elementi così grossi
in line-up non si limita ad essere un semplice curriculum fine a se stesso;
l'esecuzione dei musicisti rende realmente giustizia ai loro nomi, in
particolare parliamo delle parti di batteria. La prestazione di Minneman è
veramente un valore aggiunto al disco, non a caso la batteria è un elemento
molto presente nel mix finale, e ciò non tende a diventare un eccesso portnoyano;
il mixaggio finale ne beneficia davvero e le dinamiche del disco godo appieno
grazie al tocco del professionista in questione. Detto questo quindi il risultato è che talvolta si
tende a godere più della prestazione musicale che dell'idea. Tom Frelek si dimostra sicuramente un musicista di
altissimo livello, sia come chitarrista che come arrangiatore e tastierista; ma
sembra quasi che le idee musicali partorite non riescano a rendere giustizia
alla qualità di tutto il resto e che si appoggino più sulla tecnica che su sé
stesse.
Il genere proposto è un progressive metal molto
cinematico e sinfonico, più accostabile ai Symphony-X che ai Dream
Theater, non a caso l'intro strumentale Cognition ricorda
molto Oculus ex inferni di "Paradise Lost", e si
rivela come uno degli episodi migliori del disco. Ma la bellezza dei Waken
Eyes sta anche in una sorta di personalità di sound che sono riusciti a
creare, la componente progressive infatti non sovrasta quella symphonic e
viceversa, ma soprattutto non si basa troppo sui virtuosismi e sui cambi di
tempo (che comunque ci sono) ma sugli andamenti di dinamica. Quella che sembra
più indietro quindi è proprio la freschezza delle idee melodiche, ci sono brani
ad esempio che godono molto di una buona strutturazione, come ad esempio Aberration,
basata su un ottimo percorso dinamico; oppure la suite Exodus,
piatto forte del disco che ha sicuramente del potenziale per attirare i
progster. Però, se vogliamo prendere un esempio specifico, ci sono molti
episodi in cui i riff di chitarra colpiscono più di tutto il resto (e in questo
genere non dovrebbe essere così), è il caso del riff al minuto 03:15 di Deafening thoughts, della parte strumentale in coda a Cornerstone away,
del riff che circonda il ritornello in Across the horizons, o di
quello all'inizio della stessa Exodus. Anche la strumentale Still life crea una bella atmosfera grazie ai solos, ma risulta nel complesso
un po' easy. Tutto questo fa riflettere sul fatto che forse le linee vocali,
per buone che siano, non sono incisive quanto basta per far brillare questo
disco. Le atmosfere in generale sono molto cupe e intimistiche, è probabile che
Octavarium sia una delle canzoni preferite di Tom, l'ombra di
quel brano aleggia più o meno su tutto il disco, in particolare sulla suite
(naturalmente) e sembra essere una grande fonte di ispirazione per buona parte
del materiale scritto.
"Exodus" è un disco complesso nell'insieme, anche per la sua durata; ma
sicuramente chi cerca qualcosa di raffinato e atmosferico troverà pane per i
suoi denti e non si pentirà di aver acquistato l'album.
PS: molto belle e di effetto le citazioni di Martin
Luther King inserite nella suite, una di queste tra l'altro era stata usata
anche dai Boarders nel brano Lightbringer, la riportiamo
per omaggiare il personaggio e gli artisti che lo hanno citato:
"...we, as people will get
to the promised land!
… And I'm so happy tonight,
I'm not worried about anything, I'm not fearing any man"
Tracklist:
1. Cognition (04:18)
2. Aberragion (08:07)
3. Deafening Thoughts (06:36)
4. Back to life (05:56)
5. Palisades (07:10)
6. Cornerstone away (06:54)
7. Still life (04:33)
8. Arise (07:43)
9. Across the horizons (07:50)
10. Exodus (18:55)
Francesco Romeggini |